Truman Capote | Poi un giorno mi misi a scrivere

Truman Capote, vita di uno scrittore
“Truman Capote, writer, New York” – Foto di Arnold Newman, 1977

Il piccolo T. non lo vuole nessuno. Non la madre che dopo il divorzio gli fa visita di tanto in tanto, presa com’è dalla sua vita e dai suoi amanti. Non il padre che scompare quasi subito per poi farsi vivo quando gli farà comodo. Non i compagni di scuola che non accettano i suoi modi effeminati e la sua strana fantasia. T. ha solo la sua amica H. e le parole scritte nei libri da qualcuno che forse gli assomiglia.

Poi arriva New York, un cognome preso per dispetto, una serie di lavori umili, i primi racconti. Un mondo nuovo che si spalanca, fatto di divi e lustrini, amici importanti ed eccessi. Un carattere difficile, l’arroganza del talento, l’omosessualità mai nascosta, i primi romanzi e poi il grande capolavoro, la fama assoluta. La voglia di scrivere mettendo a nudo la realtà e svelare le vicende, umane e meschine, che si nascondono nelle crepe di quell’Olimpo luccicante di cui era stato partecipe e attento osservatore. Il paradiso non perdona. Le luci si spengono. Restano soltanto anni di sonniferi, alcool e un nome inciso nella storia.

Questa non è la trama dell’ultimo bestseller né di un grande classico della letteratura. Non è un romanzo né un racconto. Questa è la vita di Truman Capote.

 

Sono un alcolizzato. Sono un tossicomane.

Sono un omosessuale. Sono un genio.

 

Nato il 30 settembre del 1924 a New Orleans con il nome Truman Streckfus Persons, cresce a Monroeville con i parenti dopo l’abbandono dei genitori. Le uniche persone che gli sono vicine sono la cugina e l’amica del cuore Harper Lee, che gli dedicherà un personaggio, Dill, ne Il buio oltre la siepe.

Lettore appassionato, divora libri fin dalla più tenera età, e scrive. Segue la madre a New York, dove prende il cognome del patrigno, Capote, e lavora come fattorino per il New Yorker per avvicinarsi al suo sogno di fare il giornalista. Riesce a pubblicare i primi racconti ed entra a far parte della vita mondana della città, diventando amico di Jackie Kennedy, Humprey Bogart, Ronald Reagan, Andy Warhol e molti altri. Nel 1948 pubblica il suo primo romanzo Altre voci, altre stanze, seguito da L’arpa d’erba e il famosissimo Colazione da Tiffany. L’apice della carriera arriva nel 1966 con A sangue freddo, che segna la nascita di un nuovo genere letterario, il romanzo-reportage o romanzo-verità. La successiva opera letteraria di Capote, Preghiere esaudite resterà incompiuta: l’intento dello scrittore era quello di realizzare un’opera proustiana che mettesse a nudo i retroscena del jet-set newyorkese. Dopo la pubblicazione dei primi capitoli, accolti freddamente, Capote si ritrovò a perdere tutte le sue amicizie nell’alta società, tranne poche eccezioni. Questo lo fece precipitare in una spirale di tossicodipendenza e alcolismo, di autodistruzione e di relazioni con uomini interessati solo ai soldi. Morì di cirrosi epatica nel 1984 a Bel Air, poco prima di compiere sessant’anni.

Poi un giorno mi misi a scrivere, ignorando di essermi legato per la vita a un nobile e spietato padrone. Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta: e questa frusta è intesa unicamente per l’autoflagellazione.

[Musica per camaleonti, Truman Capote]